La eiaculazione precoce è una patologia che colpisce circa il 33% degli uomini in Italia e circa il 44% della popolazione maschile mondiale.
La terapia farmacologica con Paroxetina è l’efficace rimedio per combattere l’eiaculazione precoce che ha permesso agli uomini con incapacità di controllo sul riflesso eiaculatorio, di risolvere questa condizione.
Tuttavia, da qualche anno si sta sperimentando l’agopuntura per il trattamento dell’eiaculazione precoce e gli uomini pare siano sempre più soddisfatti!
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica francese dell’AEU (Associazione Europea di Urologia “Acupuncture versus Paroxetine for treatment of premature ejaculation” 01/2011) ha dimostrato che la tecnica dell’agopuntura, come supporto all’impiego del farmaco da prescrizione Paroxetina, è un rimedio per combattere l’eiaculazione precoce, una delle più diffuse disfunzioni sessuali maschili.
I risultati di questo studio di alta qualità di recentissima pubblicazione suggeriscono che l’Agopuntura è un efficace metodo per trattare l’eiaculazione precoce senza ricorrere all’impiego di farmaci.
Per questo studio è stato preso un campione di 90 uomini, tra i 28 e i 50 anni, che presentavano problemi nel riflesso eiaculatorio, ma che non erano affetti da malattie quali diabete, ipertensione e disturbi psichiatrici.
Un gruppo di questi uomini è stato trattato con l’agopuntura, un altro gruppo con somministrazione di Paroxetina, un farmaco antidepressivo, ed infine un altro gruppo con placebo.
Lo studio è stato condotto per 28 giorni alla frequenza di due sedute di agopuntura a settimana. Sono stati impiegati 6 punti di Agopuntura standard e le sedute avevano una durata prestabilita di 20 minuti ognuna.
È importante però ricordare che spesso l’eiaculazione precoce non è causata solo da problemi psichici (stress, mancanza di autostima, conflitti di coppia), ma questa condizione può essere legata anche e principalmente a problematiche di tipo organico, pertanto in questo caso la tecnica dell’agopuntura va considerata come terapia di supporto al trattamento farmacologico.
Questo genere di ricerca apre un’importante riflessione sulla qualità della vita dei pazienti e su come svariate tecniche possano essere integrate per migliorare la soddisfazione personale e non solo, ma quella di coppia che ha potuto giovare di una maggiore complicità in quanto i rapporti intimi sono diventati meno “frettolosi”.
Nel caso specifico pare migliorata sia la durata del rapporto sessuale, definita oggettivamente attraverso il tempo di penetrazione in vagina che, in alcuni casi, anche la qualità dell’erezione.
Un merito ormai riconosciuto alla medicina orientale è proprio l’approccio olistico nei confronti dell’individuo; quindi si ritiene che la medicina moderna possa far ricorso alle tecniche tipiche della medicina tradizionale orientale specialmente in quei casi in cui gli effetti collaterali dei farmaci o una franca allergia ai principi attivi ne impediscano la fruizione.